La presenza sempre crescente di alunni stranieri nella scuola va vista come
una risorsa, non come un impedimento. Questa loro presenza può
arricchire, ad esempio, le lezioni di geografia, di storia o di letteratura:
dedicare del tempo allo studio delle culture presenti in classe, persino
tramite lezioni di cucina, non può che migliorare la comprensione delle
diversità culturali da parte dei ragazzi di origine italiana e, nel contempo,
facilitare l'integrazione degli allievi di origine straniera poiché vengono
riconosciuti, durante le lezioni, come portatori di valori apprezzabili.
La
presenza di alunni stranieri è inoltre una preziosa risorsa soprattutto nelle
lezioni di L2. Il docente di lingua straniera infatti ha l'opportunità
di presentare in maniera concreta la nozione – spesso ritenuta troppo
“difficile” per i ragazzi – delle lingue come portatrici di una diversa forma
mentis culturale. Questa presa di coscienza consentirà poi al docente
di elaborare le sue successive lezioni di L2 sempre in un'ottica
interculturale. Il seminario, condotto dal Prof. Patrick
Boylan e da Steve Franzoni, fornirà esempi pratici di
attività didattiche impostate in quest'ottica. I benefici di questo metodo denominato
“comunicativo-culturale”, appaiono normalmente dopo un paio di mesi: la
pronuncia degli allievi migliora, assimilare il vocabolo diviene più spontaneo
ed idiomatico e, infine, si accettano meglio le anomalie e le “difficoltà”
della lingua studiata. Inoltre si acquisisce una visione della realtà più
ricca, più articolata e meno etnocentrica, il che rappresenta (o comunque
dovrebbe rappresentare) uno dei traguardi principali dello studio delle
lingue.
Dalle ore 15.00 saranno presenti alcuni agenti librari con
le ultime pubblicazioni in catalogo.
Seminario 26 maggio 2011
Insegnare le lingue grazie all’apporto degli alunni non-italiani in aula
26 maggio 2011
Bergamo, ISIS "G. Quarenghi" (Via Europa, 27)
15.30 – 18.30
La presenza sempre crescente di alunni stranieri nella scuola va vista come una risorsa, non come un impedimento. Questa loro presenza può arricchire, ad esempio, le lezioni di geografia, di storia o di letteratura: dedicare del tempo allo studio delle culture presenti in classe, persino tramite lezioni di cucina, non può che migliorare la comprensione delle diversità culturali da parte dei ragazzi di origine italiana e, nel contempo, facilitare l'integrazione degli allievi di origine straniera poiché vengono riconosciuti, durante le lezioni, come portatori di valori apprezzabili.
La presenza di alunni stranieri è inoltre una preziosa risorsa soprattutto nelle lezioni di L2. Il docente di lingua straniera infatti ha l'opportunità di presentare in maniera concreta la nozione – spesso ritenuta troppo “difficile” per i ragazzi – delle lingue come portatrici di una diversa forma mentis culturale. Questa presa di coscienza consentirà poi al docente di elaborare le sue successive lezioni di L2 sempre in un'ottica interculturale. Il seminario, condotto dal Prof. Patrick Boylan e da Steve Franzoni, fornirà esempi pratici di attività didattiche impostate in quest'ottica. I benefici di questo metodo denominato “comunicativo-culturale”, appaiono normalmente dopo un paio di mesi: la pronuncia degli allievi migliora, assimilare il vocabolo diviene più spontaneo ed idiomatico e, infine, si accettano meglio le anomalie e le “difficoltà” della lingua studiata. Inoltre si acquisisce una visione della realtà più ricca, più articolata e meno etnocentrica, il che rappresenta (o comunque dovrebbe rappresentare) uno dei traguardi principali dello studio delle lingue.
Dalle ore 15.00 saranno presenti alcuni agenti librari con le ultime pubblicazioni in catalogo.
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